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Death Stranding: Recensione di un videogioco ambizioso

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La nostra recensione no spoiler di Death Stranding, l’ambizioso titolo nato dalla mente di Hideo Kojima splende anche su PC.

Negli ultimi 3 anni prima del 2019 il panorama videoludico e la curiosità del pubblico vengono messe in crisi dalla comparsa dei trailer cinematici del nuovo videogioco di Hideo Kojima e, prima opera di quest’ultimo in veste di “Solista” all’interno della software house che porta il suo nome. Scenari onirici e tanto caos non facevano altro che creare confusione, fino alle prime fughe di gameplay degli ultimi trailer e persino dopo aver percorso l’interno viaggio di Sam “Porter” Bridges, del caos rimane.

Finalmente dopo l’uscita a Novembre 2019 eccolo in versione PC a partire dal 14 Luglio 2020, non perdiamo tempo e addentriamoci subito in un’esame privo di spoiler al gioco e a cosa ha da offrire.

Menzogne e realtà

Avrò probabilmente intitolato l’articolo “Recensione di un gioco ambizioso”, direi quasi sicuramente.

Nonostante l’opinione pubblica sembrasse bocciare a priori le meccaniche di gioco basandosi sulle briciole fornite dai trailer di promozione, bollandolo come un walking simulator dove oltre la storia vi è il nulla e la noia, questa si rivela una profonda menzogna.

In altri titoli, di qualunque altro genere, pensate a come impiegate il vostro tempo nel gioco: raggiungo un punto A, raccolgo una quest da un personaggio, raggiungo un punto B per completarla. Questo, è ciò che resta se annullate tutto il contorno ed esaminate il videogioco alla radice

“Da qui, vai lì, porta questo e ricevi quello in cambio.”

La formula non è delle più eloquenti e per far sì che il giocatore si distragga dalla ripetitività del gioco, si sfruttano il più possibile i combattimenti di strada, gli eventi casuali, la raccolta di oggetti e segreti ecc… mentre in Death Stranding non ci sono veli e la verità è che l’obiettivo del gioco è esattamente quello, inutile mentirvi, Death Stranding è un gioco in cui consegneremo degli ordini, dei pacchi, ad altri individui che si rifiutano di vagare in superficie, vivendo rintanati in rifugi ma incapaci di rinunciare ai beni che possono ricevere grazie ai corrieri di Bridges.

Dunque vi chiederete, dov’è il divertimento?

Dotazione e creatività

Oltre che nella curiosità data dall’esplorazione e nelle enormi soddisfazioni che da consegnare al mittente il proprio pacco (venendo persino ringraziati, cosa rara nelle sezioni di altri videogiochi in cui svolgi mansioni per conto di altri), il punto di forza sta nei possibili approcci.
Il gioco può contare circa 70 strumenti che facilitano il viaggio e garantiscono approcci di tipo diverso, sicuro ma lento, rapido ma instabile, armato fino ai denti o ultraleggero, tutto a discrezione dell’utente e del suo modo di giocare.

Un ordine che avete consegnato seguendo un percorso con dati mezzi può essere effettuato da un altro giocatore in maniera completamente diversa tracciando un percorso differente e dando sfogo alla sua creatività e libertà, questa sensazione di essere i veri padroni dell’enviroment di gioco è pura goduria all’interno di Death Stranding.

Interazione con altri corrieri e multiplayer

Nonostante le premesse, che dipingono il gioco come vuoto, il giocatore stesso arricchisce il mondo con strutture logistiche che son visibili ad altri utenti e parliamo quindi della componente di multiplayer asimmetrico che permette di visualizzare, usare e soprattutto potenziare strutture altrui.

Hideo Kojima disse che l’obiettivo del gioco e il tema principale fosse mettere in connessione, mentre l’obiettivo di Sam è connettere ciò che resta degli USA nella rete chirale per fondare le UCA, a ogni nodo aggiunto, renderemo visibili ciò che han costruito altri e benediremo la posizione fortunata di certe scale e corde fornite da altri che son passati da lì prima di noi. A questi oggetti piazzati da altri, possiamo assegnare dei “like” e saranno questi ultimi a decretare il nostro punteggio all’interno del mondo di gioco che possiamo confrontare con altri giocatori.

Personalmente son dispiaciuto che non vi sia possibilità di effettuare un bridge link con un membro della propria lista amici permettendo di vedere più spesso le sue strutture e i suoi cartelli, viene da chiedersi se Kojima abbia previsto l’interazione come unicamente fra giocatori sconosciuti… il che per quanto scomodo darebbe più senso alla trama e rende solido Death Stranding come metagioco in cui giocatore e prodotto interagiscono in maniera sensibile.

Ciò non può che essere rivoluzionario e incredibilmente brillante.

Garantisco che nel corso del viaggio verso un luogo di consegna, in base al vostro inventario, al micromanagement delle risorse, molte delle cose cambieranno. Non esistono percorsi sbagliati ma soltanto modi di compiere tutti i percorsi possibili, la libertà è totale.

La vostra attrezzatura si fabbrica presso i luoghi di consegna o si ricicla per fornire materiali da riutilizzare (strizzando l’occhio al tema ambientale nel mondo reale dopo aver già fatto una critica “comica” dei social network), ogni nodo della rete che metterete in connessione vi darà accesso a un HUB privato ricco di easter eggs dove sarà possibile esaminare l’equipaggiamento oppure rilassarsi e fare una doccia dopo chilometri di viaggio, oppure ancora.. ricevere visite. Ma in che senso?

Ed è qui che ci addentriamo, più che nella trama, nel metodo con cui la narrativa del gioco sorregge l’intera baracca.

Partiamo nudi e poco informati del nostro obiettivo finale, all’inizio sarà come trovarsi in un playground dove gli errori e la frustrazione che perfino il nostro alter ego virtuale visivamente condivide, ci faranno apprendere le meccaniche base e nel momento in cui siam confidenti di cosa sappiamo del gioco ecco un pezzo del puzzle che si aggancia, una nuova meccanica, un nuovo strumento, un’informazione su un personaggio o su qualcosa del mondo che viene narrato con estrema cura della fotografia, strizzando l’occhio al cinema di hollywood di cui l’autore è un fan e un cultore.

Non a caso il gioco si è già aggiudicato un premio ai The Game Awards per le colonne sonore fantastiche di cui i Low Roar e Ludwig Fossel sono protagonisti. In determinate sezioni di gioco potremo godere dell’atmosfera grazie alla musica improvvisa quando ad esempio siamo davanti a qualcosa che merita di essere osservato anche solo per un paio di secondi prima di proseguire con l’obiettivo.

Se c’è tanto da osservare bisognerà però fare attenzione. Lungo la strada potremo imbatterci in incontri ravvicinati con le CA, creature misteriose che con la progressione impareremo a domare e superare. Oltre agli spettri neri ci saranno anche avversari umani che coprono intere aree scansionabili di mappa, pronte a rubarvi il carico e a costringervi a recuperarlo dalle loro basi in caso di game over per mano loro.

Onirico, post-apocalittico e sci-fi

Non si tratta solo di estetica, il contenuto della trama che oscilla fra onirico, post-apocalittico e sci-fi, risulta ben scritto e si integra in maniera pazzesca con la società di oggi. Insomma, il messaggio è ricco almeno quanto il gioco stesso e le cose da fare. Se si ha la possibilità di giocarlo, merita senz’altro la spesa piuttosto che guardarlo o sentirne parlare. Il coinvolgimento è totale e il livello di sfida è presente, soltanto non viene espresso con i soliti metodi che abbiamo visto in vari altri giochi.

I personaggi sono delle figure ben definite, straordinariamente iconici e a un passo dal fotorealismo per quanto concerne il comparto grafico. Giocato su PC la qualità di ogni minuscolo dettaglio risalta e batte la versione console a priori. Supporta del tutto il ray-tracing sfruttando la tecnologia NVIDIA DLSS 2.0 per un estremo rendering dei dettagli ad alte prestazioni.

Verdetto

Death Stranding non è tuttavia il capolavoro che si pronosticava dalla campagna di comunicazione di Kojima Production, ma è senza dubbio il picco più alto raggiunto da quest’ultima generazione di videogiochi a ridosso del suo tramonto. Un’opera che si spera fornisca spunti per altri giochi futuri che ne conservino l’eredità, in grado di dimostrarsi solido nel gameplay e confidente di quello che rappresenta.

Il tutto è condito da una narrativa surreale ultra coinvolgente e cinematografica, dando un senso ai chilometri percorsi nel gioco verso l’obiettivo di Sam. Ma nel suo essere una perla d’autore l’immaginazione di cosa certe occasioni poco sfruttate come alcune meccaniche potessero essere se approfondite di più, può deludere.

Non consiglierei il gioco a chiunque, soltanto a chi è in grado di collegarsi coi feeling del gioco e delle componenti della storia senza aspettarsi qualcosa che non sia quello che sembra e che è. L’opera va capita e merita certamente l’esplorazione tanto del suo mondo quanto del suo sistema di controllo. I reali protagonisti saremo noi, con il nostro controller stretto fra le mani e il carico in spalla.

Voto: 9,4

Dopo aver vissuto il gioco e la storia non ne sono ancora soddisfatto e, ho deciso di ripercorrerla a difficoltà massima in diretta streaming sul nostro canale Twitch a partire dalle 17:00 di oggi 24 Luglio per tutti i giorni futuri.

Rimanete dunque connessi e aspettatevi degli approfondimenti e dei confronti in chat se lo avete giocato, altrimenti se siete curiosi di cosa ha da offrire sarò felice di rigiocarlo secondo le vostre decisioni, dando vita a una live interattiva che esiste grazie alla connessione che avremo insieme, rimanendo in tema col gioco e con un aspetto molto importante di quello che vuole essere Death Stranding.

Se la nostra recensione di Death Stranding vi è piaciuta, fatecelo sapere tra i commenti.

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