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Scars Above – Recensione

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Scars Above è uno sparatutto in terza persona con alcuni elementi souls-like ambientato in un misterioso mondo alieno. Ecco la nostra recensione sull’opera prima di Mad Head Games.

TRAMA

In Scars Above, un’enorme struttura aliena misteriosa appare nell’orbita terrestre, lasciando tutto il mondo a bocca aperta: gli umani la chiamano “il Metaedro“. La squadra della Spedizione di Contatto, Analisi e Ricerca (SCAR), composta da scienziati e ingegneri, viene mandata a investigare.

Le cose non vanno come previsto, e il Metaedro porta la squadra in un misterioso esopianeta dall’altra parte dello spazio. Il protagonista vestirà i panni della dottoressa Kate Ward, uno dei membri della SCAR, che si risveglia frastornata e sola in uno strano ambiente ostile. Con l’obiettivo di sopravvivere, partirà alla ricerca dei suoi compagni di squadra, tentando di svelare il mistero dietro tutto ciò.

Sebbene le premesse iniziali sembrino molto valide, sfortunatamente la trama comincia a diventare poco interessante da seguire sin dalle prime ore di gioco, risultato a tratti anche noiosa, banale e superficiale, con un retrogusto di “già visto” che vi accompagnerà per tutta la durata dell’avventura.

Chiariamo una cosa però: la storia non è completamente da buttare. Quello che pensiamo è che sia semplicemente troppo breve, derivativa, non originale e che non osi per nulla. Non stiamo dicendo che nessuno sarà in grado di apprezzare la storia che Mad Head Games ha deciso di raccontarci, ma pensiamo che molti giocatori potrebbero rimanerne delusi viste le ottime promesse iniziali.

La protagonista, il villain e gli altri comprimari sono approfonditi in maniera troppo superficiale, e non riesce a crearsi la giusta empatia tra il videogiocatore e i personaggi in game, con dialoghi semplici e mai memorabili, e scene d’intermezzo talvolta assai discutibili.

Inoltre, soprattutto durante le fasi finali della campagna, sono presenti alcuni plot twist che dovrebbero lasciare il giocatore a bocca aperta, ma che a malincuore non sono riusciti ad emozionarci e sorprenderci quanto avremmo voluto.

Infine, la lore del gioco potrà essere ulteriormente approfondita attraverso dei file audio e dei file di testo nascosti nella mappa di gioco, questi invece ben fatti e sempre piacevoli da leggere e/o ascoltare (vi consigliamo infatti di cercarli tutti, poiché vi aiuteranno sicuramente ad apprezzare di più il racconto e tutte le sfaccettature del mondo in cui vi trovate).

GAMEPLAY

Cominciamo dicendo che il gioco ci permette di scegliere fra tre livelli di difficoltà: facile, medio o difficile, e vi possiamo assicurare che la difficoltà è decisamente sopra la media degli standard moderni, quindi se siete dei casual gamer vi consigliamo di impostare fin dall’inizio la modalità facile, poiché  altrimenti l’esperienza potrebbe risultare frustrante fin dalle prime battute. 

Il gioco è di base uno sparatutto in terza persona, che racchiude alcune meccaniche tipiche dei soulslike e dei giochi di ruolo. La mappa è quasi interamente lineare, con pochi bivi secondari e pochissime zone “aperte”.

Ci sarà la possibilità di sbloccare alcune scorciatoie che permettono di raggiungere più velocemente i punti di salvataggio, ovvero delle colonne aliene che vi permetteranno di ripristinare completamente la vita, la stamina, e parte delle munizioni, ma che a loro volta riporteranno in vita tutti i nemici (molto simili ai falò di Dark Souls).

Lo shooting è di base molto semplice, avremo infatti la possibilità di usare un unica arma, ma con quattro tipologie di proiettili differenti: elettrici per elettrificare i nemici, infuocati per bruciarli vivi, gelati per congelarli e chimici per avvelenarli.

Sarà inoltre possibile utilizzare svariati gadget in combattimento: ad esempio per rallentare il tempo, per creare uno scudo olografico in grado di difenderci dagli attacchi nemici, o per bruciare più nemici contemporaneamente.

Come altri giochi dello stesso genere, è presente anche un albero delle abilità che vi permetterà di migliorare alcune statistiche della vostra protagonista come la stamina, la salute, il tempo di ricarica dell’arma e l’efficenza dei gadget.

I punti abilità potranno essere trovati esplorando la mappa di gioco e raccogliendoli man mano, e per la fine della campagna sarete riusciti con molta probabilità ad acquisire tutte le abilità, o quasi.

Per quanto riguarda il movimento del personaggio invece, saremo in grado di correre, arrampicarci sopra piccole sporgenze e schivare gli attacchi nemici con una capriola, ma non sarà possibile in alcun modo saltare, e inoltre saremo in grado di attaccare i nemici in corpo a corpo con un machete elettrificato.

Infine, durante tutta la durata della storia, bisognerà risolvere dei semplicissimi enigmi ambientali, che si basano sull’apertura di porte cercando ed utilizzando nella maniera corretta determinati manufatti alieni, e sulla scansione di indizi ambientali per scoprire che cosa è successo intorno a noi. 

Complessivamente dunque il gameplay funziona abbastanza bene, anche se il gioco non eccelle in alcuna meccanica, e molte soluzioni risultano essere a dir poco approssimative.

AMBIENTAZIONE

L’ambientazione è decisamente uno dei punti meno riusciti dell’opera. A primo impatto a molti potrà sicuramente ricordare il pianeta desolato di Returnal, e per certi aspetti è anche vero, ma non completamente, in quanto alla fin dei conti stiamo parlando di due tipologie di giochi con due tipi di progressione completamente differenti.

Il pianeta in cui ci troviamo è suddiviso in tre “regioni” principali, che saremo chiamati ad esplorare separatamente durante diverse fasi della storia, ognuna con le proprie caratteristiche distintive.

Sfortunatamente però il setting risulta essere pressoché anonimo sotto praticamente tutti i punti di vista: in fin dei conti non si tratta altro che di un pianeta oscuro e selvaggio, sopraffatto dalla vegetazione e da alieni mutanti, ovvero nulla che non abbiamo già visto più e più volte da decenni a sta parte.

“Unica” nota positiva: alcuni scorci e alcuni panorami sono davvero mozzafiato, soprattutto se alziamo la testa e guardiamo il cielo, le stelle, i pianeti e il tanto famigerato Metaedro. Seppur non originale comunque, rimane un ambientazione che fa il suo lavoro.

LATO TECNICO

Ricordando di trovarci dinanzi ad un titolo crossgen, graficamente parlando è stato fatto un lavoro molto deludente, in quanto per certi versi sembra di trovarsi di fronte ad un gioco di 15 anni fa, che presenta in alcuni punti problematiche abbastanza fastidiose per un gioco uscito anche per PlayStation 5 ed Xbox Series X|S, come il pop up di alcuni elementi a schermo in determinati frangenti.

Le cose che meno convincono, tra tutte, e che ci hanno fatto storcere il naso e non poco, sono i volti dei protagonisti, con delle animazioni a dir poco imbarazzanti che li fanno sembrare dei personaggi privi di emozioni, la gestione dei capelli della protagonista, per la maggior parte esagerata e surreale, e la gestione dei fluidi, che rasenta praticamente il ridicolo.

Il framerate invece per fortuna è costantemente stabile a 60 fotogrammi al secondo, tranne in alcuni rari frangenti in cui il gioco inspiegabilmente scende sotto il limite prestabilito.

Per quanto riguarda il controller, il feedback aptico del Dualsense di PlayStation 5 e i grilletti adattivi sono stati utilizzati molto più di quanto ci si potesse aspettare, con qualche feature interessante e ben pensata.

Gli unici caricamenti presenti sono quelli dopo la schermata di Game Over e durante il teletrasporto da un area all’altra della mappa, ma sono brevissimi e durano al massimo 2/3 secondi.

Infine, dobbiamo segnalarvi la presenza di alcuni bug, tra tutti la compenetrazione del personaggio in alcuni scenari, e il comportamento di mostri che senza alcun apparente motivo si bloccano improvvisamente e smettono di attaccare e/o inseguire il giocatore.

Fortunatamente si tratta veramente di piccole sviste correggibili sicuramente con qualche patch post lancio, e vi possiamo assicurare che comunque non andranno ad inficiare sulla vostra esperienza in game.

SONORO

A livello sonoro tutto sommato è stato fatto davvero un lavoro discreto. Gli effetti sonori e l’accompagnamento sonoro sono il “punto forte”, in quanto in determinati frangenti dell’avventura riescono ad enfatizzare perfettamente gli avvenimenti appena accaduti.

Il doppiaggio dei personaggi invece è di buona fattura e risulta molto gradevole da ascoltare, soprattutto quello della protagonista, anche se è un vero peccato la mancanza della lingua italiana, (fortunatamente però sarà possibile attivare i sottotitoli e modificare la loro grandezza e altri parametri per facilitarne la lettura). 

COMMENTO FINALE

Scars Above è un titolo ricco di ottime premesse, ma che sfortunatamente appena subito dopo il la fine del prologo comincia a far percepire al videogiocatore tutta la sua mediocrità, nel bene e nel male. Nonostante sia un gioco pieno di difetti, e che pecca di originalità sotto praticamente tutti i punti di vista, è comunque un opera che rappresenta un buon punto d’inizio per Mad Head Games.

Facciamo fatica a consigliarlo senza un generoso calo di prezzo, tranne che per i veri appassionati del genere o per i più curiosi.

E voi cosa ne pensate di Scars Above, vi è piaciuta la recensione? Fatecelo sapere nello spazio dedicato ai commenti.

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Davide Pivato:
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